Non è stata la prima volta che allo stadio i tifosi della Roma hanno intonato il proprio inno senza la base, ma è sempre stata una scelta per enfatizzarne l’effetto. Domenica pomeriggio invece, dopo pochi secondi di base la musica è sparita e lo speaker si rivolge al pubblico dicendo “ce lo cantiamo noi”, e così l’inno diventa una protesta nei confronti della Lega di serie A.
Mourinho apprezza particolarmente l’inno della Roma, e così qualche settimana fa ha espresso il disappunto sulla regola che impedisce di suonarlo coi giocatori in campo allo scopo di caricarli.
Nelle ultime due partite casalinghe prima di Roma – Empoli l’inno era suonato all’ingresso delle squadre in campo, ma si stava creando una pericolosa frizione con la Lega che ferma sulla sua inutile regola ha minacciato multe salate.
A questo punto l’idea geniale che risolve il problema alla radice, fa ascoltare ai giocatori l’inno cantato da 30.000 tifosi, e così niente multe ed adrenalina garantita.
Probabilmente da qui in avanti sarà una splendida normalità.
Chris Smalling senza pace. Ancora un infortunio muscolare che lo terrà lontano dal campo per diverse settimane. Il vero problema dell’ennesimo stop non è tanto tecnico, perché per fortuna quello dei centrali di difesa è il ruolo in cui la Roma vanta una discreta abbondanza qualitativa e quantitativa, ma di continuità per il ragazzo che dopo qualche partita stava finalmente riprendendo il ritmo partita e facendo salire il livello delle sue prestazioni.
La lesione al flessore della coscia destra riportata da Smalling sarà valutata giorno per giorno, ed è un tipo di infortunio che ha bisogno di almeno due o tre settimane per guarire, ma visti i precedenti la Roma opterà per la prudenza e le possibilità di poter contare su di lui nel prossimo tremendo ciclo di partite sono ridotte quasi a zero.
La Roma ottiene la sua nona vittoria in undici gare ufficiali, e non sono per niente poche. Questa è molto limpida contro un Empoli in salute e consente di arrivare alla sosta con serenità. Nelle prossime quattro gare ce la vedremo con Juventus Napoli Cagliari e Milan… aver messo qualche punto di distacco con Juventus Atalanta e Lazio è molto importante. Al termine di questo ciclo tremendo potremo capire finalmente quali sono le ambizioni di questa Roma.
Rui Patricio 6 Poco impegnato, ma quel poco lui è sempre attento.
Karsdorp 6,5 tanta corsa e impeccabile in difesa, i suoi cross però non sono quasi mai precisi.
Mancini 6,5 Complessivamente una buonissima prova, qualche sbavatura ma in difesa è imprescindibile.
Smalling 6 Soffre un po’ Pinamonti ma il suo ritorno è importante, e sta crescendo (Dal 84′ Ibanez sv).
Vina 6 A volte commettiamo l’errore di giudicare le prestazioni di questo ragazzo con il parametro Spinazzola. Non è Spina, non è una freccia da quella parte ma le sue prestazioni sono sempre dignitose (Dall’84’ Calafiori 6 sv).
Darboe 6,5 La sua più grande qualità è la serenità con cui gioca. Trasmette sicurezza e i compagni lo cercano sempre. Unica nota negativa una palla pericolissima persa per il resto molto bene. (Dal 64′ Cristante 6 Gioca con il condizionamento della diffida ma la gara non era a rischio quindi non serviva troppo agonismo).
Veretout 6,5 Dopo qualche gara sottotono una buona prestazione. Recupera e gestisce tanti palloni.
Zaniolo 7 La Roma in squadra ha un fenomeno ancora al 50%, ma anche così fa la differenza. Quando si accende è un’ira di Dio, lo vedi giocare e capisci che è diverso dagli altri. (Dal 84′ El Shaarawy sv)
Pellegrini 6,5 A lui si chiede sempre qualcosa di più. Non sempre gestisce bene la palla, però in fase di pressing molto bene e ha il grande merito di sbloccare la partita.
Mkhitaryan 7 Non fa cose pazzesche ma speri sempre che la palla arrivi a lui. Assist e goal dopo la traversa colpita da Abraham ma non solo, ogni volta che la Roma costruisce un’azione lui tocca la palla (Dal 90′ Zalewski sv)
Abraham 6,5 Lo abbiamo soprannominato “Er Palo” e lui pure stavolta colpisce un legno (stavolta la traversa). Corsa e tecnica gli danno un potenziale da fuoriclasse, lo diventerà quando si metterà in condizione di giocare più palloni.
Mourinho 7 Undici gare, nove vittorie… non serve dire altro
Roma – Empoli non è certo una partita di grido, eppure il popolo romanista manifesta la sua voglia di Roma facendo registrare l’ennesimo sold out stagionale.
La facile vittoria in Conference League non può aver cancellato la grande delusione del derby e le preoccupazioni delle ultime tre gare di campionato che hanno portato la miseria di tre punti in classifica. Eppure il pubblico romanista si prende tutto lo stadio, compreso il settore ospiti che la società ha scelto di lasciare ai suoi tifosi, che riempiranno il 100% della capacità consentita, poco più di 30.000 posti.
Con l’Empoli non si scherza, la squadra allenata da Andreazzoli seppur discontinua ha nove punti in classifica, viene da due vittorie consecutive ed è stata capace di espugnare l’Allianz Stadium.
Tornano i titolari
Mourinho ha spiegato chiaramente che vuole dare stabilità alla squadra, e le rotazioni le ha fatte nella partita di coppa. Ci aspettiamo sicuramente il rientro di Mancini, quasi sicuramente accanto ad Ibanhez che sta facendo bene, anche se Smalling autore anche di un goal giovedì potrebbe essere preso in considerazione. Dopo la squalifica in campionato torna Pellegrini. Zaniolo e Mkhitaryan alle spalle di Abraham non sono in discussione, così come l’insostituibile Veretout. Qualcuno ipotizza che Mou tenga in considerazione la diffida di Cristante e pensi ad una chance per il giovane Darboe, ma ci sembra poco probabile perché giustamente il tecnico portoghese pensa solo a vincere la prossima partita. Potrebbe essere una mossa per il secondo tempo se le cose si mettono molto bene.
Il cammino della Roma
Dopo Roma – Empoli la Roma se la vedrà con la Juventus a Torino e contro il Napoli all’Olimpico. Tre partite che complici gli scontri diretti che si giocheranno anche negli altri campi potrebbero farci vedere a fine mese una classifica molto diversa nel bene o nel male.
La Roma deve fare il suo, cosa che tutto sommato fino ad oggi ha fatto vincendo 8 partite sulle 10 ufficiali giocate finora anche se i nomi degli avversari non sono stati altisonanti. I dodici punti in classifica rappresentano un discreto bottino per le ambizioni di Champions, ma qualcosa è mancato dal punto di vista del gioco soprattutto in fase difensiva.
Mourinho chiede tempo, ma il tempo a Roma non esiste. La crescita della squadra deve passare attraverso le vittorie, magari ottenute con fatica come contro l’Udinese, ma deve cercare di mantenere il passo per non mettersi nelle condizioni di inseguire le sue rivali.
Le probabili formazioni
ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Ibanez, Vina; Cristante, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Abraham. All. José Mourinho
EMPOLI (4-3-1-2): Vicario; Stojanovic, Romagnoli, Viti, Marchizza; Zurkowski, Ricci, Henderson; Bajrami; Di Francesco, Pinamonti. All. Aurelio Andreazzoli
Era una partita che avevamo definito un brodino per il morale quindi non potevamo aspettarci una aragosta. In una serata piuttosto fredda rispetto alla coda di estate romana e con una formazione piuttosto inedita non potevamo certo aspettarci gioco e ardore agonistico. La Roma fa il compitino e la vince 3-0, sbloccandola subito con il Faraone e poi arrotondando il punteggio nel secondo tempo quando Mourinho che forse si stava annoiando mette in campo qualche titolare.
Segnali incoraggianti da Darboe che mette in campo idee ordine e qualità e speriamo che Mou trovi in lui quell’alternativa a centrocampo che ad oggi ci manca. Bene anche El Sharawi, oltre al goal uno di quelli scesi in campo con la testa giusta. In pochi minuti Abraham ci fa vedere che lui è di una categoria che non dovrebbe giocare la Conference League. Qualche minuto anche per Mayoral che si vede che ne ha davvero bisogno. Non è una vittoria da andare a festeggiare in piazza ma questo era l’avversario, l vittoria è stata netta, non abbiamo preso goal e tutto sommato può andare bene così. Ora testa ad Empoli perché la stagione è lunga ma non bisogna perdere terreno dal gruppone Champions.
Le pagelle:
Rui Patricio: 6,5 Ci teneva a non prendere il goal e ci riesce.
Ibanez: 6,5 mette ordine in difesa e si dimostra un giocatore diverso rispetto allo scorso anno.
Smalling: 6,5 non possiamo considerarlo una seconda linea ma di fatto finora ha giocato poco. Stasera da un buon apporto con la ciliegina del goal
Kumbulla: 6,5 uno degli investimenti più costosi dei Friedkin, deve dimostrare molto di più ma stasera anche per lui poche sbavature.
Calafiori 6 L’impegno non manca, la corsa nemmeno. È il terzino del futuro ma nel presente può essere una buona alternativa all’alternativa di Spinazzola.
Cristante 6 Stasera niente insufficienze ma non ci è piaciuto. Un po’ svogliato, e se hai la velocità di cristante e in più non ti va di correre non puoi fare un figurone.
Darboe 7 Lui ci è piaciuto tanto. Non gioca da molto tempo e non si è visto per niente, ha portato ordine e qualità. Magari se ogni tanto vogliamo far riposare un centrocampista ricordiamoci di lui.
Diawara 6,5 dal 70mo. Un paio di buoni recuperi per farci vedere che è vivo
Carles Perez 6 Non ci siamo. Sto ragazzo sembra uno dei personaggi dei film di Bud Spancer che sembrava che volevano spaccare il mondo, urlavano facevano capriole e la prima pizza la prendevano loro. Ci prova, ce la mette tutta, ma poi di veramente concreto c’è poco, perde tutti gli uno contro uno che tenta con foga e si mangia un goal facile facile.
Zaniolo 6,5 dal 62mo. Di vistoso non fa nulla ma entra lui ed è il miglior momento della partita. Evidentemente ci mette la faccia.
Pellegrini 6 Al derby è mancato tanto, stasera però non ne combina molte.
Villar sv dal 78mo. Troppo tardi la gara aveva già detto tutto.
El Shaarawy 7 Ha giocato con la giusta intensità e trovare questi stimoli in una partita del genere è un merito grande.
Shomurodov: 6,5 recentemente qualche passo indietro però il suo lo fa. Si mangia un goal ma si batte e corre. Come diceva qualcuno, l’atteggiamento è importante
Abraham 7 dal 62mo. Da stasera soprannominato “er palo”. Però stavolta segna pure.
Mourinho 6,5 Il nome dell’avversario non è colpa sua. Vince 3-0 e fa il suo.
Zorya – Roma di Conference League. Una partita che si gioca di Giovedì alle 18.45, contro una squadra ucraina che rappresenta una città grande come un quartiere di Roma, in uno stadio da 12000 posti. In altri momenti sarebbe stato solo un fastidio che toglie energie al campionato, oggi dobbiamo vederla come un’opportunità.
Mourinho sta volutamente utilizzando la sua abilità dialettica affinché la squadra mantenga alta l’autostima dopo il derby. Errori arbitrali…abbiamo dominato settanta minuti… sono frasi che continua a ripetere ai suoi giocatori e ai tifosi, che hanno il solo scopo di evitare troppa delusione e generare voglia di riscatto.
In realtà siamo sicuri che al netto del fatto che la Roma abbia davvero risentito di un arbitraggio sfavorevole, a Mourinho ed ai tifosi più attenti quei venti minuti iniziali in cui la squadra è rimasta negli spogliatoi non sono piaciuti per niente e suonano come un campanello d’allarme. Se a questo aggiungiamo la soffertissima vittoria casalinga contro l’Udinese e la brutta sconfitta di Verona potremmo arrivare a quei famosi tre indizi che fanno la prova. La Roma in questo momento è in difficoltà.
I risultati non sono più appaganti
I risultati cominciano ad essere meno buoni. I 12 punti in classifica non sono pochissimi, siamo in piena zona Champions, ma sono gli stessi che la Roma aveva fatto lo scorso anno. Dodici mesi fa la Roma di Fonseca dopo sei partite aveva 11 punti, ma uno conquistato sul campo era stato tolto a tavolino per il caso Diawara. Inoltre quella Roma era ancora imbattuta sul campo ed aveva giocato oltre che con la Fiorentina (in 11 contro 11) anche con Milan e Juventus, e con una squadra con diverse assenze per infortunio. Tutto questo per dire che Mou sa perfettamente che da lui ci si aspetta di più di quello che è stato fatto lo scorso anno, e se è vero che parlare di crisi di risultati sarebbe davvero prematuro e fuori luogo, con un calendario che dopo la sfida casalinga con l’Empoli ci mette di fronte Juventus e Napoli questo è il momento giusto per mantenere coeso e compatto il gruppo. Soprattutto in considerazione del fatto che risultati a parte la Roma sembra concedere troppe occasioni agli avversari, chiunque essi siano.
Vederla come un’occasione
Ed allora capita a proposito questa sfida contro un avversario più debole. Può essere un buon brodino, come quello che ti prepari quando accusi i primi sintomi dell’influenza e che in effetti ti fa stare meglio.
Questa partita va vinta e va vinta bene anche facendo un po’ di turnover. La squadra ha bisogno di sentirsi forte e quella sensazione la senti solo vincendo le partite.
Una non vittoria probabilmente non andrebbe a complicare il girone, non é uno scontro diretto ed i rischi sono solo psicologici, ma visto la caratura dell’avversario non ci vogliamo nemmeno pensare. Oggi si vince e poi testa a Roma – Empoli.
Steven Nzonzi è un nuovo giocatore dell’Al Rayyan. Dopo mesi di tira e molla finalmente arriva l’ufficialità. Lo comunica lo stesso club qatariota, su Twitter nel profilo ufficiale della squadra. Nzonzi ha firmato un contratto biennale di 3 milioni di euro più benefit a stagione. Nessun incasso, anzi una discreta minusvalenza di 6 milioni di euro per la Roma, che però risparmierà i circa 5 milioni lordi sull’ingaggio che avrebbe dovuto corrispondergli per il contratto in scadenza nel giugno 2022. Non possiamo chiamarlo esattamente lieto fine, ma almeno si alleggerisce il monte ingaggi ed aumenta il margine di manovra in vista del mercato di Gennaio.
La tifoseria della As Roma è universalmente riconosciuta tra le più calorose del mondo. Quinta come numero in Italia dopo Juventus Inter Milan e Napoli ma impareggiabile nel sostenere la propria squadra del cuore.
I primi tifosi della Roma
Quando la As Roma nasce nel 1927 attraverso la fusione fra le tre società sportive Alba-Audace, Fortitudo-ProRoma e Foot Ball Club di Roma (meglio noto come Roman) fu subito amore. Aiutata probabilmente dalla scelta come simbolo della lupa capitolina e dei colori sociali della città di Roma i tifosi delle precedenti squadre si sono riconosciuti subito nella nuova società, e questo sentimento viscerale è arrivato intatto fino ai giorni nostri attraversando anni ricchi di successi e sconfitte, di storie da raccontare e tanti rimpianti, ma in tutte le vicende della squadra sugli spalti c’erano sempre loro, i tifosi della Roma.
LA TIFOSERIA ORGANIZZATA
Fino agli inizi degli anni 50 i tifosi della Roma sostenevano la squadra autonomamente o in piccoli gruppi, ma nel 1950 ci fu la prima svolta in direzione di un tifo coeso ed organizzato. Nacquero nel 1950 su iniziativa di alcuni capi-tifosi una rete di circoli di sostenitori che nel 1951 si riunirono nell'”Associazione Tifosi Giallorossi Attilio Ferraris“. L’associazione crebbe rapidamente negli anni successivi, fino ad avere circa 80 circoli associati a Roma e provincia ed oltre 24000 tifosi romanisti associati. Nel 1960 l’associazione si scioglie a seguito della chiusura ad opera della pubblica sicurezza per gioco d’azzardo illegale. Nel 1963 alcuni gruppi rionali provarono una riorganizzazione sotto il nome 12mo giallorosso, ma il tentativo ebbe una durata relativamente breve e quasi tutti i gruppi si sciolsero in poco tempo. Bisognerà aspettare il 1967 per tornare a vedere in curva sud un gruppo di tifosi organizzati: i “Guerriglieri della Curva Sud”, gli antenati del Commando Ultrà Curva Sud.
Associazione Italiana Roma Club, Boys e Fedayn
La presidenza Anzalone e il ritorno del “mago” Herrera in panchina stimolarono l’ambiente giallorosso. Nacquero in pochi anni moltissimi nuovi gruppi e su idea di Helenio Herrera nel 1971 il Centro Coordinamento Roma Club, diventato successivamente Associazione Italiana Roma Club allo scopo di organizzare e coordinare gli oltre 130 club indipendenti.
Nel 1972 vennero creati due dei più grandi ed importanti gruppi della tifoseria giallorossa: i Boys che sostenevano la Roma dalla Curva Nord ed i Fedayn che si posizionavano sul muretto 17 della Curva Sud, con tendenze politiche di destra i primi e di sinistra i secondi.
Commando Ultrà Curva Sud (CUCS)
Il Commando Ultrà Curva Sud, noto anche con l’acronimo CUCS, è stato nella storia giallorossa il gruppo ultras più numeroso. Nato come idea alla fine del 1976 ha portato il suo primo striscione in Curva Sud il 9 Gennaio 1977, in occasione di un Roma – Sampdoria.
Ne fecero parte tutti i gruppi principali: i Guerriglieri, la Fossa dei Lupi, le Pantere giallorosse, i Boys e i Fedayn (con questi ultimi che uscirono quasi subito dal gruppo e lo appoggiarono dall’esterno).
L’idea di una curva unita, organizzata e compatta risultò vincente. La Roma ebbe davvero un dodicesimo uomo in campo, con bellissime coreografie e cori cantati da migliaia di tifosi contemporaneamente.
Un primo momento di crisi arrivò dopo un paio di anni quando durante un derby giocato il 28 Ottobre 1979 un razzo partito dalla Curva Sud attraversò lo stadio e colpì Vincenzo Paparelli nella Curva Nord. Le conseguenze per il Commando Ultrà furono molto pesanti. Nonostante si sia trattato di un incidente provocato da un singolo (costituitosi alla giustizia) il tifo romanista fu etichettato come violento. Niente striscione col nome, niente materiale marchiato CUCS, niente tamburi le prese di distanza da parte di tutto il mondo sportivo.
L’esilio del CUCS terminò in occasione della finale di Coppa Italia contro il Torino giocata il 17 maggio 1980. Gli anni che seguirono furono i più belli della storia giallorossa, con la Roma che dominava in campo e sugli spalti.
L’estate del 1987 Dino Viola commise uno dei suoi pochi errori da presidente della Roma. Decise di ingaggiare Lionello Manfredonia. Manfredonia non aveva solo giocato nella Lazio, ne era un simbolo ed un tifoso. Inoltre in passato aveva rilasciato dichiarazioni contro i tifosi romanisti, era stato coinvolto nello scandalo delle scommesse insieme a Bruno Giordano ed aveva appena vinto uno scudetto e la Coppa dei Campioni con la Juventus. Praticamente il nemico perfetto.
Nei giorni che precedettero l’acquisto di Manfredonia la tifoseria della Roma fu compatta nello schierarsi contro la decisione di Viola. Vennero esposti striscioni come “Viola non ci vomitare Manfredonia” e “Viola compra tutti tranne i venduti”. Il presidente però restò fermo nella propria decisione, Lionello arrivò alla Roma e la Curva Sud si spaccò. Nacquero due gruppi: il Gruppo Anti Manfredonia (CUCS-GAM) che scelse di contestare fino in fondo la decisione societaria tifando solo in assenza dal campo di Manfredonia, ed il Vecchio CUCS che seppur a malincuore l’ex laziale andava sostenuto in quanto indossava comunque la maglia della Roma.
I due gruppi si dividono equamente lo spazio in curva, ma l’atmosfera è tesa e sfocia in una violenta rissa in occasione di una partita di Coppa Italia giocata il 2 Settembre 1987 (Roma – Genoa).
Neanche i problemi di salute di Manfredonia che a seguito di un malore in capo terminò la sua carriera agonistica cessarono la rivalità tra i due gruppi. Il CUCS-GAM è protagonista di una nuova scissione che vede la nascita del gruppo Opposta Fazione.
Nel 1991-92 Viene fatto un tentativo di riunificare il Vecchio CUCS e il CUCS-GAM. In curva viene esposto lo striscione “La Curva unita è il nostro atto d’amore”, ma il Neo CUCS non era compatto fino in fondo e non riuscì mai a conquistare la leadership della curva come nei primi anni.
La curva più bella del mondo
Gli AS Roma Ultras
Gli AS Roma Ultras (ASRU) organizzarono il tifo della Roma tra il 1999 e il 2002, anno in cui venne proclamato l’autoscioglimento. Il gruppo si ricompose per un breve periodo fino alla stagione 2003-2004 quando in occasione di un Roma-Messina scelse di non esporre lo striscione sancendo così il definitivo scioglimento
La Roma perde il derby e lo fa piuttosto male. Va sotto subito, si perde va in bambola e anche a causa di una decisione arbitrale discutibile si ritrova 0-2.
I primi venti minuti minuti sono un incubo. La Roma riceve una vera e propria lezione di calcio e succede tutto quello che non doveva succedere. Due goal presi errori individuali e collettivi e partita compromessa. Poi però qualcosa cambia, la Lazio si abbassa e la Roma comincia a crederci e dopo l’ennesimo palo stagionale di Zaniolo riesce ad accorciare con un colpo di testa di Ibanhez.
Nel secondo tempo ci prova con tutte le forze, ma inevitabilmente si espone alle ripartenza della Lazio ed è di nuovo doppio svantaggio.
Uno Zaniolo che rappresenta l’unica buona notizia della serata si procura il rigore che rimette tutto in gioco, e va vicinissimo al 3-3 che forse complessivamente sarebbe anche stato meritato.
A questa squadra non dobbiamo ancora chiedere troppo, ma c’è materiale per crescere e rimettersi subito in carreggiata a cominciare da domenica contro l’Empoli dove il risultato può essere uno solo, anche perché poi ci aspettano Juventus e Napoli.
Coreografia Giallorossa
Le Pagelle:
Rui Patricio: 5 Prende tre goal e non è determinante come al solito.
Karsdorp: 5 Non offende e non difende come dovrebbe, ma li abbiamo solo lui
Mancini: 5 Tanti errori individuali non una prestazione alla sua altezza.
Ibanez: 6,5 Mezzo punto in più per il goal, comunque è pericoloso anche in altre circostanze e sbaglia poco.
Vina: 5 Forse era meglio aspettare qualche altro giorno per il rientro in campo. Insicuro, dalla sua parte sono sempre dolori.
Smalling: sv Ce lo aspettavamo dall’inizio ma in questo momento entra quando si gioca a tre.
Veretout: 6 Perde tanti duelli a centrocampo ed essendo quello che dovrebbe dettare i ritmi di gioco quando lui non gira sono dolori. Però batte l’angolo per il goal di Ibanhez, segna il rigore e nel primo tempo va vicino al goal.
Mkhitaryan: 6 Il suo Mikhitaryan lo fa. Lo avremmo voluto vedere insieme e non al posto di Pellegrini.
Cristante: 6 Non si nasconde, ci prova fino alla fine si prende tanti rischi. Qualche volte sbaglia ma lascia tutto sul campo.
Zaniolo: 7 Sembra tornato ed è la grande notizia della serata. Si procura il rigore e in zona offensiva fa quasi tutto lui. Prende pure un palo ma questo ormai non fa notizia.
Zalewski: dall’82” sv
Shomurodov: dal 64” 5,5 forse troppo tardi per incidere ma era il momento caldo e poteva fare qualcosa di più.
El Shaarawy: 5,5 Va vicino al goal, partecipa molto alla costruzione ma gli manca quel qualcosa in più.
Abraham: 5 Lui ha i mezzi e deve fare tanto di più. Non può mai terminare la partita senza fare un tiro in porta.
All.: Mourinho: 5,5 Troppo positiva la sua versione sulla partita. La Roma ha una reazione dopo quei primi 20 minuti, però quei 20 minuti non dovevano esserci.
Lazio – Roma per capire qualcosa di più sul reale valore della Roma, capace di vincere 7 partite su 8 ma anche di andare in grossa difficoltà con avversari non irresistibili