Calafiori Frattesi e Scamacca. Rimpianti o ordinaria amministrazione?
I rimpianti nel calcio sono inevitabili. Ultimamente si parla molto di tre giocatori che stanno brillando nelle squadre che ci precedono e che erano nostri fino a poco tempo fa. Parliamo di Frattesi, fresco campione d’Italia con l’Inter, Scamacca con i suoi 18 gol a Bergamo, e Calafiori, rivelazione del campionato con il Bologna.
Se ci chiediamo “ci sarebbero stati utili?”, la risposta è ovviamente sì. Tutti e tre sarebbero stati un valore aggiunto per la squadra, molto più dei circa 14 milioni incassati dalle loro cessioni. Tuttavia, quando si valutano questi giocatori, bisogna considerare vari fattori come modalità, tempi e opportunità, perché i giocatori che hanno lasciato la Roma non erano certo quelli che vediamo oggi.
Iniziamo con Scamacca, la cui partenza non è stata una scelta. Fu praticamente strappato dal PSV a 16 anni, un episodio che fece infuriare la Roma, che cercò in tutti i modi di trattenerlo, riconoscendo il suo potenziale. Tuttavia, il PSV poteva prenderlo senza trattare con la Roma, che non poteva offrirgli un contratto da professionista per via dell’età. Un vero peccato, ma in questo caso la Roma è senza colpa.
Frattesi, invece, fu ceduto al Sassuolo come parte dell’affare Defrel. Oggi sarebbe un giocatore molto utile, ma almeno in questo caso la Roma è riuscita a monetizzare dalla sua cessione circa 15 milioni, considerando sia la valutazione al momento della cessione sia la percentuale sulla rivendita all’Inter.
Calafiori è forse il rimpianto più grande. Tra la cessione al Basilea e la percentuale sulla rivendita, la Roma ha incassato appena 4 milioni, davvero poco rispetto al valore attuale del giocatore. Va detto, però, che la Roma ha ceduto un terzino che aveva visto il campo solo una decina di volte con la nostra maglia, mentre ora, grazie all’intuizione di Thiago Motta, è diventato un centrale di valore.
Vedere i nostri ragazzi brillare altrove è sempre frustrante. Tuttavia, bisogna riconoscere che la Roma punta molto sul suo vivaio. Bove, Pellegrini e Zalewski sono solo alcuni esempi recenti. Il problema è che spesso ci chiediamo se la Roma abbia fatto bene a cedere giocatori come Faticanti, Cassano, Cancellieri, Podgoreanu e almeno altri 15 ragazzi che ogni anno vengono ceduti o svincolati dalla primavera. La risposta è quasi sempre sì, senza particolari rimpianti, perché pochi di loro riescono a diventare giocatori di Serie A, e ancora meno riescono a diventare ottimi giocatori di Serie A. Si cerca sempre di individuare i talenti migliori, e quelli molto promettenti si lasciano crescere a Roma, come Bove e Zalewski, oppure, come Pellegrini, si mandano a fare esperienza mantenendo il controllo. Tuttavia, non si può pensare di affrontare una stagione con 6 o 7 giovani della primavera in campo.
Purtroppo, a volte possono capitare errori di valutazione. Personalmente, non mi dispero per la perdita di Calafiori e Frattesi. Non è che ci siamo lasciati sfuggire i nuovi Maldini e Barella. Il vero problema è che vorremmo tenere questi ragazzi in casa, ma per completare il loro sviluppo, hanno bisogno di giocare con continuità. Le squadre come Udinese e Sassuolo, che si basano su questo modello, non li prendono in prestito secco per valorizzarli e poi restituirceli. Bisogna essere più attenti nella valutazione e, per quelli più interessanti, mantenere il controllo con una clausola di riacquisto. Tuttavia, non sempre è possibile riuscirci.
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