Skip to content Skip to left sidebar Skip to footer

Campionato

PRESENTAZIONE CLAUDIO RANIERI

Claudio Ranieri: ‘Torno a casa per riportare la Roma dove merita

Claudio Ranieri torna alla Roma: “A casa mia, per riportarla dove merita”

Con un’emozionante conferenza stampa di presentazione, Claudio Ranieri è tornato a guidare la squadra della sua città, quella Roma che tanto ama e che lo ha visto protagonista in passato sia come allenatore sia come calciatore. Un ritorno al cuore, al senso di appartenenza, a quella che lui stesso definisce “casa mia”.

Un ritorno scritto dal destino

Ranieri ha voluto aprire il suo intervento con parole che lasciano trasparire la sua connessione profonda con il club giallorosso:

“Io avevo smesso di allenare. In questi mesi ho ricevuto più richieste rispetto a quando ho vinto il campionato con il Leicester, e ho sempre detto di no. Avevo deciso di guardare il calcio da un’altra prospettiva, ma il fato ha voluto diversamente. Ho sempre detto che sarei tornato solo per la Roma o per il Cagliari. Ora sono qui, e finirò il mio percorso dove tutto è iniziato”.

Parole che testimoniano non solo il suo legame con la Roma, ma anche il senso di responsabilità che sente nei confronti di una squadra che è stata parte della sua vita fin dagli esordi.

Il dialogo con i Friedkin e la visione condivisa

Il presidente Dan Friedkin è stato determinante nel convincere Ranieri a tornare in panchina. Durante la conferenza, Ranieri ha raccontato il colloquio con il presidente, evidenziando la passione e la dedizione della proprietà americana per il club:

“Mi ha parlato con il cuore, mi ha detto: ‘Non posso viaggiare per il mondo, vedere Roma, Caput Mundi, e sapere che la squadra non sta andando bene. So di aver speso tanto, ma voglio fare qualcosa di grande per questa città e per questa squadra’. È stata una conversazione sincera, che mi ha lasciato senza parole. Non potevo dire di no. È stato lui a riportarmi a casa”.

Ranieri ha anche sottolineato l’approccio innovativo della famiglia Friedkin, che gestisce il club con una visione più collegiale rispetto al tradizionale modello piramidale:

“Le decisioni vengono prese insieme, in modo orizzontale. Questo approccio permette di lavorare in sintonia e di evitare errori. Tutti stiamo remando nella stessa direzione per portare la Roma dove merita di essere”.

Un allenatore tifoso, pronto a lottare per la maglia

Una delle caratteristiche distintive di Ranieri è la sua capacità di entrare in sintonia con i tifosi, perché lui stesso si definisce uno di loro.

“Prima di essere un allenatore, sono un tifoso della Roma. E come tifoso voglio vedere una squadra che lotta, che dà tutto in campo, che non molla mai, neanche di fronte alle difficoltà. Non chiedo moduli, chiedo atteggiamento. Voglio giocatori che sputino sangue per questa maglia”.

Ranieri non si è sbilanciato sul sistema di gioco che adotterà, preferendo prima valutare la rosa a disposizione:

“Non ha senso parlare di moduli ora. Deciderò in base ai giocatori e alla loro forma fisica. La cosa importante è avere una squadra compatta, che sappia affrontare qualsiasi avversario con grinta e determinazione”.

Un appello ai tifosi: “Stateci vicini”

Ranieri si è rivolto direttamente al pubblico romanista, riconoscendo il momento difficile ma invitandoli a restare vicini alla squadra:

“Capisco la frustrazione, ma vi assicuro che i giocatori si impegnano. Ora, però, abbiamo bisogno del vostro sostegno. Giocare con il proprio pubblico che ti fischia è la cosa più dura. Voglio che i tifosi escano dallo stadio orgogliosi della squadra, indipendentemente dal risultato. Solo uniti possiamo risalire”.

Obiettivi ambiziosi, senza precludersi nulla

Nonostante le difficoltà del momento, Ranieri si è mostrato ottimista e ambizioso:

“Non mi concentro su ciò che non è stato. Sono qui per dare tutto me stesso e lavorare con serenità, ma anche con rabbia e determinazione. Non mi precludo nulla, voglio ottenere il massimo da questa esperienza. La Roma merita di essere ai vertici, e faremo di tutto per riportarla lì”.

La promessa di Ranieri

Ranieri ha concluso la conferenza con un messaggio chiaro e diretto, che riflette il suo amore per il club e il suo spirito combattivo:

“Questa è casa mia, e darò tutto per riportare la Roma dove merita di stare. Siamo una famiglia, e solo insieme possiamo superare qualsiasi ostacolo. Io ci credo, e spero che anche voi ci crediate”.

Con queste parole, Claudio Ranieri ha dato il via a una nuova fase della sua carriera, ma soprattutto della storia della Roma. I tifosi, la squadra e la società sono chiamati a remare insieme, con la speranza di costruire un futuro all’altezza della grandezza di questa città e di questo club.

mourinho Empoli Roma

Empoli – Roma 1-2, va bene così

In un campionato dove il Napoli pareggia a Lecce, la Juve in casa con la Salernitana, l’Atalanta con la Cremonese, la Lazio a Genova con la Samp e qualcuna riesce a vincere all’ultimo minuto o con un rigoruccio un po’ regalato, vincere ad Empoli è sicuramente un risultato importante.

In giro si leggono troppi commenti di “tecnici da tastiera”, convinti di potersi permettere di spiegare ad un allenatore che ha vinto 26 trofei (riportando la Roma alla vittoria dopo oltre 10 anni) come dovrebbe far giocare la squadra, quali sostituzioni dovrebbe fare.

La Roma ha fatto 13 punti in 6 partite (una proiezione da 82 punti) giocando 4 volte fuori casa e togliendo dal suo cammino campi difficili come Torino, Udine ed Empoli dove i punti vanno sudati e non è mai semplice giocare. Tutto questo è bene ricordarlo, senza Wijnaldum e da qualche partita Zaniolo.

Probabilmente qualcuno pensava che la Roma potesse uccidere il campionato e totalizzare 114 punti ma bisogna fare i conti con la realtà. La Roma viene da un settimo e un sesto posto, ha dovuto affrontare un calciomercato in cui c’era la necessità di incassare ed è riuscita ad andare in attivo di 50 Milioni e prendere gente di grande esperienza, con la ciliegina di Dybala che in 6 partite fa 3 gol, 2 assist, prende 2 pali e non è ancora in forma.

Noi diciamo va benissimo così. Faticare un po’ per espugnare Empoli è più che normale, e la vittoria è stata meritata considerando un palo, un rigore sbagliato e almeno tre miracoli del portiere. Questa squadra ha bisogno di recuperare Zaniolo che è l’uomo che da profondità e che crea spazi con l’uno contro uno, e di inserire Camara che ha caratteristiche diverse da Cristante e Matic. Quando succederà cioè a breve, sarà anche più bella da vedere, nel frattempo bisogna continuare a fare punti.

Le altre come detto non stanno meglio, dopo sei partite nessuna ne ha vinte più di quattro, problemi di gioco e di risultati sono ovunque ed è importante restare in questo gruppone di nove squadre in quattro punti che piano piano si assottiglierà ma dove nessuna squadra sembra in grado di andare in fuga.

Pensiamo a tifare che a fare l’allenatore ci pensa Mou.

Forza Roma

felix afena genoa roma

Felix Afena-Gyan alla scoperta del gioiellino che fa sognare Roma

Una spenta ed anonima partita a Marassi si trasforma in pochi minuti in una di quelle partite che potrebbero essere ricordate anche tra 20 anni.

Nella mente di ogni tifoso della Roma si cela il sogno che Genoa Roma 0-2 possa diventare come quel Roma Foggia giocatasi il 4 Settembre 1994 quando un ragazzino di diciotto anni realizzò la prima delle sue 307 marcature in maglia giallorossa.

Avremo tempo per gettare acqua sul fuoco, perché in fondo goal a 18 anni li hanno fatto anche Sadiq ed Okaka, e non sono diventati esattamente Francesco Totti, ma ci prendiamo qualche ora per coccolare il sogno di poter finalmente tornare a parlare di un nuovo “gioiellino” da crescere in prima squadra.

Il fatto è che ieri Felix Afena di goal ne ha fatti due, uno più bello dell’altro, e sono stati come un raggio di sole in un cielo grigio di nuvole. La Roma, reduce da diverse partite che definire deludenti è poco, era arrivata all’ottantesimo di gioco contro un modesto Genoa senza riuscire a scardinarne le difese.

Abraham non era riuscito nemmeno a tirare in porta, Shomurodov si era divorato un gol grande come una casa, e tutto faceva pensare all’ennesima serata deludente. Poi dalla panchina si alza Felix, e tutti, ma proprio tutti ci siamo domandati… “Ma Zaniolo??”. Se la Roma non avesse vinto chissà quante polemiche, con il più grande talento della squadra in panchina e un ragazzino della primavera in campo.

Forse qualcuno più ottimista si sarà ricordato che anche nell’ultima volta che la Roma aveva vinto una partita (Cagliari Roma) l’equilibrio era stato rotto dall’ingresso di questo ragazzino, ma a 18 anni non è che puoi chiedergli sempre di togliere le castagne dal fuoco.

Evidentemente però il piccolo Felix Afena, ghanese con un passato difficile alle spalle, ha la personalità e la grinta giusta per non sentire il peso dell’età, ed al minuto 82 riceve una bella palla da Mkhitaryan e segna un bellissimo goal piazzandola di piatto con la giusta precisione e potenza. Un gol solo in apparenza semplice, ma ne abbiamo visti sbagliare di ben più facili da giocatori navigati. Quando ti arriva quella palla intanto devi avere la freddezza di prendere la decisione giusta, e quindi non spararla di potenza ma di colpire di precisione, e poi devi avere il piede per farlo, tenendola bassa ed infilando lo spazio tra palo e portiere.

Bel gol insomma, sarebbe già bastato. Le feste, gli abbracci con tutti i compagni, la Roma che torna a vincere con il gol di Felix Afena che avrebbe vissuto un bel momento di gloria. Evidentemente però non era abbastanza per diventare leggenda, e così a 10 secondi dalla fine del recupero, Afena si prende una palla sulla trequarti, se la porta avanti un paio di metri e lascia partire un tiro a giro forte, teso, preciso che si infila sotto l’incrocio dei pali. Un goal meraviglioso che trasforma una notte da protagonista nell’inizio di una favola.

Ora caro Felix verrà il difficile, cioè confermarsi. Perché adesso tutti si aspetteranno che tu ad ogni partita farai colpi del genere ed invece non è giusto chiedertelo. La cosa giusta è che torni in panchina, perché ancora non puoi essere pronto per prenderti la Roma, e che quando sarai chiamato in causa entrerai in campo senza strafare perché quei colpi non riescono sempre, ed il vero campione è quello che impara quando è il momento di provarli e quando invece bisogna fare le cose semplici. L’importante per ora è che ci hai fatto vedere che quelle giocate nei tuoi piedi ci sono, ne arriveranno sicuramente altre.

Cresci con calma Felix Afena-Gyan.

Cagliari - Roma, le pagelle

Cagliari – Roma, le pagelle: Tanto cuore, tanto carattere e tre punti che pesano.

Intervista Mazzarri

Ad un certo punto si era davvero messa male. La Roma è andata a Cagliari con la voglia di vincere, ma la prima ora di gioco è stata brutta. Pochissime idee che non hanno creato problemi ad un Cagliari ben organizzato. Nel primo tempo l’unica occasione (e che occasione) ce l’ha il Cagliari che prende una grande traversa. A rompere gli equilibri ci pensa la Roma con una dormita colossale in difesa, con Vina che cicca di testa il rinvio e 1-0 per il Cagliari. Il goal, dopo pochi minuti di sbandamento, ha l’effetto di svegliare la Roma. Anche grazie allo strano cambio di Mourinho che mette in campo il giovanissimo Afena-Gyan a dare supporto allo spento Abraham, la Roma sembra un’altra squadra. Arrivano occasioni con Zaniolo, Mancini, Afena-Gyan, El Shaarawy fino al pareggio di Ibanhez e al fantastico goal su punizione di Pellegrini (che aveva anche messo in pari il conto delle traverse). Avevamo timore di una partita complicata, e così è stato. Ci aspettiamo ora una bella vittoria con il Milan per consolidare una classifica che possiamo definire molto buona.

Le pagelle

Rui Patricio 7 Uno dei fattori della vittoria. Parata strepitosa che lascia la Roma in partita.

Karsdorp 6,5 È in un ottimo momento, corre tanto e lo fa bene in tutte e due le fasi

Mancini 6,5 Solito baluardo difensivo, sfiora il goal per la seconda partita consecutiva, a questo punto pensiamo che se lo tenga per il Milan.

Ibanez 7 Indeciso sul goal preso, decisissimo su quello fatto. Pareggia una partita che si stava mettendo mano.

Viña 5 Cicca il colpo di testa sul goal del Cagliari, il resto invece è un disastro, Spina sbrigati.

Afena-Gyan dal 56’ 6,5 Pur non facendo cose strepitose entra lui e la Roma cambia marcia, sarà un caso oppure la squadra preferisce un modulo con le due punte?

Cristante 6.5 Se lo guardi in faccia non lo diresti mai, ma è un guerriero in campo. Non si nasconde mai, ed è un leader in campo. Continua la crescita.

Veretout 6 In questo momento è l’anello debole a centrocampo. Oggi merita una sufficienza stiracchiata ma noi sappiamo quello che può dare e non è questo.

Kumbulla dal 91’ Sv Mourinho dimostra che si fida, facendogli giocare 5 minuti caldissimi.

Zaniolo 7 mi è piaciuto tanto, quando prende la palla mi fa pensare che può succedere sempre qualcosa. Sfiora il goal, galoppa sulla fascia, e pensare che è ancora lontano dalle sue possibilità.

Calafiori dall’80’ Sv Qualche minuto in cui tiene botta

Pellegrini 7.5 Devo dire che su di lui sto cambiando profondamente idea. Sta sgretolando partita dopo partita tutte le cose che gli si rimproverano. Ora se si mette pure a segnare le punizioni in questo modo…

Mkhitaryan 5 Ancora una volta peggiore in campo, sveglia che abbiamo bisogno del Miki dello scorso anno.

El Shaarawy dal 46’ 6 Fa meglio di Mkhitaryan e non ci vuole molto di questi tempi, però pure dal Faraone vorremmo vedere di più.

Abraham 5.5 Tammy è molto più di quello che stiamo vedendo. Non si riescono a sfruttare le sue caratteristiche se sta in area ad aspettare il pallone, deve dare più profondità. L’impegno ce lo mette, mi da l’idea di essere una bomba che aspetta il momento di esplodere, punto su di lui per la sfida col Milan.

Cagliari – Roma: Tutto da perdere

Turno infrasettimanale che vedrà la Roma affrontare il Cagliari in quella che è considerata la partita facile di questa settimana. In realtà la sfida in terra sarda potrebbe risultare altamente pericolosa. È vero che il Cagliari, penultima in classifica con appena 6 punti tecnicamente non è paragonabile a Napoli e Milan, ma proprio per questo la coscienza della necessità di vincere e la necessità del Cagliari di far punti potrebbero portare ad una partita difficile da giocare.

Il Cagliari del subentrato Mazzarri è una squadra con dei valori superiori all’attuale posizione in classifica nonostante qualche defezione.

Mancheranno sicuramente Dalbert, Walukiewicz e Ceter, mentre sono in forte dubbio Godin Strootman Caceres e Nandez.

Probabilmente la batosta di Bodo avrà insegnato qualcosa, e Mou oltre a schierare la formazione migliore non permetterà altri cali di tensione.

Vincere è imperativo. La Roma nonostante qualche polemica di troppo è quarta in classifica, ma si trova in un gruppone che vede 6 squadre in 4 punti, e con il Milan alle porte non si può rischiare di perdere terreno.

Probabili Formazioni

Cagliari (4-4-2): Cragno; Caceres, Ceppitelli, Carboni, Lykogiannis; Nandez, Strootman, Marin, Deiola; Joao Pedro, Keita Balde All.: Mazzarri

ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Ibanez, Vina; Cristante, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Abraham All.: Mourinho

Roma - Napoli pagelle

Roma – Napoli, le pagelle: Cuore, grinta e un punto da non disprezzare

Una Roma convincente, prima squadra in serie A a riuscire a fermare il Napoli di Spalletti. Primo pareggio anche per la Roma, e nonostante per come è andata la partita sono due punti persi, si tratta di un risultato da accettare serenamente. Ottima Roma nel primo tempo, Napoli che fa la partita solo nella prima parte del secondo, per poi subire nuovamente le iniziative dei giallorossi che avrebbero meritato il goal. Se proprio bisogna rimproverare qualcosa alla Roma è la mancanza di cinismo sottoporta. Un’occasione colossale per Abraham nel primo tempo ed una per mancini nel secondo che chiedono vendetta. Anche il Napoli avuto la sua grande occasione con colpendo un palo ma complessivamente la Roma ha retto bene.

Le pagelle:

Rui Patricio 6. Non è molto sollecitato ma fa il suo e non fa danni

Karsdorp 7 Molto molto bene. Un treno sulla fascia, attacca e difende con qualità. Nel secondo tempo salva la partita con la respinta sul tiro di Mario Rui a Rui Patricio battuto. 

Mancini 6,5. Partita da 7,5. Annulla Osimhen facendolo sembrare un calciatore normale. Si immola rischiando la pelle finendo con la testa sul palo. Però ha sbagliato un’occasione colossale davanti la porta.

Ibanez 7. Inizio con qualche errore, ma poi si riprende alla grande e porta a termine una gara molto positiva.

Vina 6,5. Partita positiva finita in crescendo, in attesa del ritorno di Spina ci fa stare più che tranquilli.

Cristante 7. Un gigante a centrocampo. Filtro insuperabile e qualità in impostazione. Per Mourinho è imprescindibile e lui oggi ripaga alla grande la fiducia.

Veretout 6. A tratti ho faticato a ricordare che era in campo, la Roma ha bisogno di Veretout ad un livello più alto.

Zaniolo 7. Il nostro giocatore più forte. Devastante con la palla al piede, un mix di potenza e tecnica che fa spavento. E pensare che non è ancora lontanamente al 100%.

Pellegrini 6,5. Più 6 che 7, facciamo 6 e mezzo ma Lorenzo può fare di più, qualcosa di buono si è visto ma sembrava togliere intensità alle iniziative della squadra. 

Mkhitaryan 5. Fuori forma, pochissimi acuti. Lo scorso anno è stato determinante, deve fare di più.

Abraham 5,5 Vale il discorso fatto per Mancini. Un voto in meno per il goal sbagliato. Ha giocato bene con un problema fisico che lo ha limitato. È stato anche leader in campo, ma uno che ha il suo fisico e la sua tecnica deve anche segnare.

dal 66′ El Shaarawy 5,5. Prende il posto di Mkhitaryan, ma non riesce a migliorare il livello in quella posizione di campo.

dal 87′ Shomurodov sv. Nessun acuto in una manciata di minuti.

Mourinho 6,5. Sono stato un po’ critico su alcune frasi di Mou, rispettandone però la competenza. Vista la partita di stasera ha avuto ragione lui, i giocatori remano eccome nella stessa direzione.

Mourinho, prove di compatibilità

Ricordo ancora la grande gioia e le vibrazioni positive che si avvertivano in città quando come un tuono improvviso tutti i media del mondo annunciavano la sorprendente ed inaspettata notizia di Mourinho alla Roma.

Era il 4 Maggio 2021, poco più di sei mesi fa. In un ambiente come quello di Roma questa notizia fantastica ha esaltato i tifosi all’inverosimile. Per giorni sono cominciati ad uscire nomi improponibili per la nostra attuale dimensione. Si è parlato di Sergio Ramos, Donnarumma, Icardi, e addirittura di Cristiano Ronaldo. Poi è arrivato il mercato vero… con le difficoltà di chiudere anche colpi non particolarmente onerosi come Xacha, richiesto a gran voce da Mou, e con qualche bel colpo di frusta come l’arrivo di un interessantissimo e giovane Abraham che però andava a sostituire una colonna della squadra come Dzeko. Ancora l’entusiasmo era alto, la parola d’ordine era “ci fidiamo di Mou”.

Le prime sei partite ufficiali con sei vittorie avevano alzato l’asticella, e come sempre succede qualcuno ha cominciato a nominare la parola scudetto.

Non stiamo parlando di una vita fa, ma di un mese. Cosa mai è successo dal 19 Settembre ad oggi?

È successo che la Roma ha giocato 7 partite, vincendone 3 (in casa contro Udinese ed Empoli e in Conference nella trasferta contro lo Zorya). Le altre 4 partite le ha perse, più o meno malamente contro il Verona giocando un secondo tempo inguardabile, contro la Lazio con un indecoroso approccio alla partita e due goal in 20 minuti, contro la Juve giocando anche decentemente ma comunque uscendo sconfitta, ma soprattutto è successa la partita di Giovedì a Bodo, nella quale è riuscita a prendere 6 goal da una squadra norvegese, stabilendo il triste primato di essere l’unica squadra ad aver preso almeno 6 goal in tutte le competizioni europee.

In appena un mese è cambiato tutto. Azzerata la fiducia a società, giocatori e tecnico. Ma cosa possiamo aspettarci per il prossimo futuro? Mourinho è davvero bollito? Lo special one è solo un ricordo?

Provo a dire la mia. Mourinho era e resta un grandissimo allenatore. Soprattutto è uno che sa comunicare molto bene ed è il meglio che la Roma potesse prendere per la panchina. Però secondo me in questo momento non lo sta dimostrando.

Non sono di quelli che fa confronti. La Roma lo scorso anno a questo punto del campionato aveva 3 punti in più, ed era a 3 punti dal vertice con un punto tolto a tavolino, ma chi se ne frega, visto che alla fine è arrivata settima. In campionato siamo quarti, in linea con quelli che sono i valori tecnici della Roma, e passeremo senza problemi il girone di Conference.

Quello che non mi sta piacendo del tecnico portoghese è l’atteggiamento. Probabilmente è una sua scelta e a fine anno mi auguro di rimangiarmi tutto perché alla fine avrà ragione lui, ma molte cose non mi tornano.

In primis questo continuo riferimento al risultato della stagione scorsa. Bene, è vero che la Roma non era andata bene, ma proprio per questo è arrivato lui. Se Fonseca aveva deluso evidentemente si pensava che la qualità della rosa valesse di più di un settimo posto in campionato, e comunque non ci ha preso sotto i ponti, perché comunque la Roma ha giocato le semifinali di Europa League con tanto rammarico per come è finita.

L’altra cosa che proprio non mi piace è lo sfogo di Giovedì. Sostenere che la squadra che è scesa in campo fosse inferiore al Bodo Glimt è una doppia sciocchezza. Intanto perché non è vero, visto il valore economico dei calciatori in campo ed i relativi stipendi. Poi la Roma 4 dei 6 goal li prende con una formazione quasi titolare, da Patricio a Ibanhez, da Miky a Pellegrini, da Cristante a Abraham che erano lì quando bucavano la nostra difesa in continuazione.

Inoltre bisogna capire se quelle dichiarazioni sono uno sfogo a caldo, oppure sono volute e pensate. Perché se gli sono uscite come sfogo è grave per un tecnico della sua esperienza, visto che potrebbero costare cari in termine di valutazione dei giocatori in questione qualora la società tenti di venderli, e perché questi giocatori serviranno sicuramente durante la stagione e non so quanto saranno stati contenti di sentirsi dare delle pippe pubblicamente.

Se invece lo sfogo è voluto alzo le mani, perché lui è Mourinho e sicuramente è più probabile che sbaglio io, però mi aspetto un qualcosa di più da questa squadra. Ora nelle prossime tre ce la vedremo con Napoli e Milan, ed ok che probabilmente hanno qualcosa più di noi però non è nemmeno detto che gli scontri diretti li dobbiamo sempre perdere. Così come ci capita di steccare qualche partita contro avversari più deboli dobbiamo essere anche capaci di fare qualche grande prestazione contro quelle più forti.

Io sto ancora con Mourinho, ma un progetto di tre anni è vero che ha bisogno di tempo, però non deve necessariamente passare per partite come quella di Giovedì dove la sua colpa non è stata solo quella di fare turnover.

Credo che il mister abituato a squadre di ben altro potenziale stia faticando un po’ ad entrare in sintonia con questa nuova realtà. Penso che alla fine ci riuscirà e farà bene come al solito, riportando alla Roma uno straccio di vittoria magari anche quest’anno. Ma deve sbrigarsi a capire dove ha scelto di allenare, perché qui a Roma ti bruci subito, anche se ti chiami Mourinho.

La conferenza stampa

Il mister in conferenza stampa mostra sicurezza e difende la Società e Pinto. La strada da fare è tanta ma lo special one sembra sul pezzo.

juve-roma pagelle

Juventus – Roma 1-0, le pagelle: Una prova sufficiente per una sconfitta meritata

La Roma conferma la sua tradizione a casa Juventus ed esce sconfitta per l’ennesima volta. Le sensazioni a caldo sono piuttosto brutte, perché nonostante una prova sufficiente, un controllo della partita quasi continuo l’impressione a guardarla era che la sconfitta fosse inevitabile.

Primo tempo che sembra un film già visto. La Roma parte molto bene, Zaniolo sembra in serata di grazia e riesce a mettere in grande difficoltà l Juventus. Poi arriva una palla buttata in area, una mezza spinta, un mezzo rimpallo e la Juve passa in vantaggio al 15’ minuto. Non basta, passano solo 5 minuti e Zaniolo sente un dolore, resta in campo qualche minuto giusto il tempo di far scaldare El Shaarawy ed è costretto a lasciare la partita. Non basta perché alla fine del primo tempo Mikitaryan si procura un rigore, e Veretout sbaglia. Secondo tempo che inizia a ritmi molto alti con la Juve che sfiora il doppio vantaggio e la Roma che continua ad avere il pallino del gioco, colleziona calci d’angolo ma poi le occasioni vere non sono state tante. Resta il rammarico per una partita che contro la Juve in campo stasera poteva anzi doveva andare diversamente.

LE PAGELLE

Rui Patricio, 6 Poco impegnato, una parata non impeccabile sulla rovesciata di Bernardeschi

Karsdorp, 6,5 Viene cercato molto e stasera ha gamba, alla fine è uno dei migliori.

Mancini, 6 le porte le chiude bene, solita grinta e prestazione sufficiente.

Ibanez, 5,5 anche lui fa il suo dovere ma sul goal della Juve perde un po’ la posizione

Vina, 6 una splendida azione nel secondo tempo, ma il suo è il lato debole della squadra. Argina abbastanza bene Cuadrado ma non spinge con continuità

Veretout, 5 Il rigore sbagliato, il primo dopo 13 segnati con la Roma pesa come un macigno sulla storia della partita.

Shomourodov dall’80’ sv Poco tempo per incidere

Cristante, 5,5 non benissimo, ci mette tanta grinta ma la qualità non è sufficiente

Zaniolo, 7 era stato il migliore della prima parte di gara. Strappi, accelerazioni e tante idee. Con lui in campo 90 minuti la partita sarebbe stata molto diversa. Speriamo non sia niente di grave, Zaniolo è fondamentale.
El Shaarawy dal 25’ 6 si dà da fare, qualche spunto di livello ma la concretezza è un’altra cosa

Pellegrini, 6 Partecipa molto alla manovra, tocca tanti palloni ma nella sua partita manca il guizzo.

Mikitaryan, 6,5 si procura il rigore, ed è uno di quelli che ci prova fino alla fine

Abraham, 5 grande disponibilità, grande sacrificio ma questo ragazzo ha qualità per arrivare a rendersi pericoloso molto più spesso. Non mi è piaciuto il teatrino per battere il rigore che alla fine ha avuto il solo risultato di innervosire Veretout.

Mourinho 5,5 Lui ha commentato “grande Roma”, sinceramente l’impressione è che la Juve abbia voluto giocarla così. La Roma non gioca male ma vorremmo vederla arrivare in porta con più soluzioni

Goal di Turone

Roma e Juventus, il bene contro il male

Per la Roma esiste solo una partita che può valere come un derby, anzi anche di più: la sfida contro la Juventus.

Questa rivalità ha radici profonde. La Juve è la squadra più titolata d’Italia, e solitamente chi vince non è simpatico, ma nel caso dalla Juventus l’antipatia non viene solo dai trofei vinti. La vecchia signora rappresenta l’arroganza del potere, con la famiglia Agnelli alle spalle e quella filosofia per cui «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Soprusi, dispetti, ingiustizie hanno accompagnato nel corso del tempo questa partita. Per la Roma tante delusioni, ma anche alcune delle soddisfazioni più grandi.

Roma – Juve ai tempi di Campo Testaccio

Le prime schermaglie della rivalità ormai quasi centenaria risalgono agli anni 30. La Roma nasce proprio con lo scopo di contrastare lo strapotere delle squadre del nord, ed in effetti diventò subito la squadra del centro-sud più importante.

La Roma testaccina non arrivò a grandi risultati, ma era un’ottima squadra e le sfide contro la Juventus fecero storia. Fu proprio la Juventus ad espugnare per la prima volta il mitico Campo Testaccio con un 2 – 3 nel Gennaio del 1930. L’anno successivo la storica vendetta romanista che nel Marzo 1931 inflisse il mitico 5-0 alla fortissima Juve che avrebbe poi vinto cinque scudetti di fila, e che esattamente 12 mesi dopo lavò l’onta con un altrettanto roboante 7-1 a Torino. Sempre a Marzo, ma nel 1936 la prima vittoria a Torino, un 3-1 con la doppietta di Benedetti per la Roma che terminò la stagione al secondo posto ad un solo punto dal Bologna.

Per quattro decenni la rivalità tra Roma e Juventus rimase sopita, o meglio non si manifestò sul campo perché in quegli anni la Roma raramente si affacciava nelle zone alte della classifica. Non mancarono però storie da raccontare, come il famoso smaccò del 1970 quando la Juventus si prese letteralmente quelli che venivano definiti i “gioielli” della Roma: Capello, Landini e Spinosi. Inoltre nonostante in quei tempi senza Var e senza le partite trasmesse in Tv gli episodi sul campo non fossero così evidenti come oggi, quella “sudditanza psicologica” degli arbitri nei confronti della Juve era già ben evidente.

Capello, Landini e Spinosi

Gli anni di Falcao e Platinì

La rivalità tra giallorossi e bianconeri raggiunse l’apice negli anni 80, quando entrambe le società allestirono squadre fortissime. Il presidente Viola non aveva i mezzi economici degli Agnelli, ma ci sapeva fare. In quegli anni il Campionato Italiano era punto di arrivo di tutti i calciatori del mondo, non esistevano gli arabi nel calcio, e lavorando bene non era impossibile arrivare a grandi giocatori.

Il nostro “attentato di Sarayevo” ossia l’episodio che fece scoppiare la “grande guerra” tra Roma e Juventus si consumò il 10 maggio 1981. La Roma è seconda in classifica ad un punto dalla juve, e alla terzultima di campionato si gioca a Torino la partita che potrebbe significare il secondo scudetto della sua storia. La partita termina 0-0, ma al 75mo la Roma segna un goal che viene ingiustamente annullato per fuorigioco dal guardalinee dopo che l’arbitro aveva convalidato. Quel goal che poi la storia dimostrò essere buono di circa 10 centimetri diventò il simbolo di tutte le ingiustizie subite, e probabilmente l’episodio più discusso di sempre nel campionato di serie A.

Il goal di Turone

Da quel momento praticamente tutte le partite giocate tra Roma e Juventus sono state uno susseguirsi di polemiche fino ad arrivare ad oggi. Tra i più incredibili ricordiamo il colpo di testa del guardialinee sulla rimessa laterale di Aldair del 1995, o il più recente Juventus – Roma 3-2 della stagione 2014-2015, con tre goal irregolari su 3 e il famoso gesto del violino di Garcia. La Roma spesso si è trovata a dover combattere contro decisioni discutibili, ma si è tolta anche qualche soddisfazione come il 4-0 del 2012 con Totti che fa il 4 con la mano a Tudor dicendo “ne hai presi 4 vai a casa”. Non sono mancati episodi extra campo come il passaggio alla juve di due degli artefici del terzo scudetto (Emerson e Mister Capello) ad alimentare un livore che non avrà mai fine.